03 dicembre 2024
La coltivazione del Pomodorino del Piennolo alle falde del Vesuvio è piuttosto antica. Si racconta che fu il viceré del Perù a portarne delle piante in dono a Re Ferdinando IV, raccomandando che fosse coltivato lì dove il regno di Napoli ha le sue zone più fertili. Una presenza ben documentata: nel suo "Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli", del 1858, l’entomologo Achille Bruni parla già dei saporito pomodori che "si mantengono ottimi fino in primavera, purché legati in serti e sospesi alle soffitte".
La domanda sorge spontanea: perché i Pomodorini del Piennolo sono legati in grappolo?
Secondo la tradizione, questa soluzione sarebbe nata dall’abilità e dall’inventiva delle mogli dei pescatori di Torre del Greco, nel golfo di Napoli: abili a intrecciare reti e lenze, usarono la loro tecnica per intrecciare rametti e polloni della pianta e creare il “piennolo”, che successivamente sarebbe finito di diritto nelle scene più tipiche del tradizionale presepe napoletano.
Le peculiarità del Pomodorino del Piennolo lo hanno reso un assoluto protagonista della cucina, campana prima e italiana poi: scopriamole assieme.
Area di produzione
L’area di produzione del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP coincide con l’estensione del complesso vulcanico del Somma-Vesuvio nella sua interezza, dalle sue pendici degradanti fino quasi al livello del mare del Golfo di Napoli.
Profili nutrizionali
Dall’alto valore nutrizionale, il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP è ricco di vitamina A e C, così come di sali minerali, calcio, fosforo, potassio e di licopene, un carotenoide utile a contrastare i radicali liberi: tutte queste caratteristiche lo rendono un potente antiossidante naturale.
Le tecniche di lavorazione
Di peso non più grande di 20/25g, di forma pruniforme e appuntita, il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP ha una polpa consistente, di colore rosso, e una buccia spessa di colore rosso vermiglio; quest’ultima gioca un ruolo fondamentale nella tradizionale pratica di conservazione che definisce l’aspetto peculiare e tipico del “piennolo”. Questa tecnica prevede che i pomodorini siano raccolti in grappoli interi, composti da alcuni frutti già maturi e altri in fase di maturazione: legati insieme fino a formare grandi “scocche”, si lasciano sospesi in locali ben aerati. In questo modo, i pomodorini si conservano in perfette condizioni fino al termine dell’inverno. Durante il periodo di conservazione, il pomodorino perde senz’altro turgore, ma non subisce alterazioni e restano, così, intatte tutte le sue qualità organolettiche: il suo intenso sapore vivace, dai retrogusti dolce-aciduli, assume una nota acida ancora più spiccata e deliziosa.
Come utilizzare il Piennolo in cucina
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP è un ingrediente estremamente versatile in cucina, quasi imprescindibile in quella napoletana e campana: è normalmente usato nella preparazione di sughi prelibati, in varianti della tradizionale pizza napoletana e in piatti tipici come gli spaghetti alle vongole. Noi te ne proponiamo tre utilizzi in ricette che possano esaltarne tutte le caratteristiche:
Fresco appena raccolto, conservato nella tipica forma “al piennolo”, o in conserva in vetro secondo l'antica e familiare ricetta "a pacchetelle", il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP è una bontà che racchiude in sé tutta la Campania: cercalo in tutti i punti vendita Dodecà e portalo sulla tua tavola.
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